lunedì 17 marzo 2008

Cellula tra motori

Quanto possa la fortuna nelle cose umane e in che modo se li abbia a resistere



E' non mi è incognito come molti hanno avuto e hanno opinione,che le cose del mondo sieno in modo governate dalla fortuna e da Dio,che gli uomini con la prudenzia loro non possino correggerle,anzi non vi abbino remedio alcuno;e per questo potrebbero idicare che non fussi da insudare molto nelle cose,ma lasciarsi governare alla sorte.


Nondimanco,perchè il nostro libero arbitrio non sia spento,iudico potere essere vero che la fortuna sia arbitra delle metà delle azioni nostre,ma che etiam lei ne lasci governare l'altra metà,o presso,a noi.E assomiglio quella a uno di questi fiumi rovinosi,che, quando s'adirano,allagano e' piani,ruinano gli alberi e gli edifizii,lievono da questa parte terreno,pongono da quell'altra:ciascuno fugge loro dinanzi,ognuno cede allo impeto loro,senza potervi in alcuna parte obstare.E,benchè siano così fatti,non resta però che gli uomini,quando sono tempi quieti,non vi potessino fare provvedimenti e con ripari e argini,in modo che,crescendo poi,o egli andrebbano per uno canale,o l'impeto loro non sarebbe nè sì licenzioso nè sì dannoso.


Similmente interviene della fortuna;la quale dimostra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resisterle;e quivi volta li sua impeti,dove lo sa che non sono fatti gli argini e li ripari a tenerla.


Ma,restringendomi più a' particulari,dico come si vede oggi questo principe felicitare,e domani ruinare,sanza averli veduto mutare natura o qualità alcuna:il che credo che nasca,prima dalle cagioni che si sono lungamente per lo adrieto discorse,cioè che quel prinicipe che si appoggia tutto in su la fortuna,rovina,come quella varia.Credo ancora che sia felice quello che riscontra el modo del procedere suo con le qualità de' tempi,e similmente sia infelice quello che con il procedere suo si discordano e' tempi.


Perchè si vede gli uomini,nelle cose che li conducono al fine,quale ciascuno ha innanzi,cioè glorie e richezze,procedervi variamente;l'uno con respetto,l'altro con impeto;l'uno per violenzia,l'altro con il suo contrario:e ciascuno con questi diversi modi vi può pervenire.Vedesi ancora dua respettivi,l'uno pervenire al suo disegno,l'altro no;e similmente dua equalmente felicitare con due diversi studii,sendo l'uno respettivo e l'altro impetuoso:il che non nasce da altro,se non dalla qualità de' tempi,che si conformano o no col procedere loro[...]


Da questo ancora depende la variazione del bene;perchè,se uno che si governa con respetti e pazienzia,e' tempi e le cose girono in modo,che il governo suo sia buono,e' viene felicitando;ma se li tempi e le cose si mutano,e' rovina,perchè non muta modo di procedere.[...]


Concludo,adunque,che,variando la fortuna,e stando gli uomini ne' loro modi ostinati,sono felici,mentre concordano insieme,e,come discordano,infelici.Io iudico bene questo:che sia meglio essere impetuoso che respettivo;perchè la fortuna è donna:ed è necessario,volendola tenere sotto,batterla e urtarla.E si vede che la si lascia più vincere da questi,che da quelli che freddamente procedano;e però sempre,come donna,è amica de' giovani,perchè sono meno respettivi,più feroci,e con più audacia la comandano.



Niccolò Machiavelli-Il principe


"Homo faber fortunae suae"
L'unica fortuna è data dal fatto di possedere la virtù che sia in grado di capitalizzare al massimo l'occasione presentatasi.
Non è semplice e lo è ancor meno se,una volta eliminati "gli argini atti a resistere alla fortuna",c'è qualcuno pronto ad "incanalarla"di nuovo.Forse,però,tutto ciò va oltre questi concetti di fortuna ed apre nuovi discorsi.
Spesso,alcuni,non si dimostrano per quello che realmente sono ma,bensì,per quello che gli altri gli impongono di essere.Spesso,alcuni,danno idee sbagliate delle loro personalità preoccupandosi d'essere quello che gli altri vorrebbero che loro fossero.Spesso,alcuni,si costruiscono un ruolo ben preciso perchè sono deboli e così facendo,si autoetichettano a vita.
In tal modo saranno sempre,perennemente e sistematicamente "incanalati".E la loro fortuna con essi.
"Homo faber fortunae suae"

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